martedì 16 aprile 2013

mercoledì 17 aprile - Paper Moon di PETER BODGANOVICH


PAPER MOON (LUNA DI CARTA) (Paper Moon)
regia PETER BODGANOVICH   con RYAN O'NEAL, TATUM O'NEAL, MADELEINE KAHN 
USA 1973 110 minuti b/n

Uscito nel  1973, Paper Moon doveva essere originariamente girato da John Huston ed interpretato da Paul Newman.  Venne poi proposto a Peter Bogdanovich che ad ogni costo volle Ryan e Tatum O' Neal come protagonisti, ed accettò di girarlo solo dopo molte revisioni della sceneggiatura, basata sul  romanzo “ Addie Pray “ di J. D. Brown.
Fotografato  in un meraviglioso bianco e nero da Lazlo Kovacs (fu Orson Welles che consigliò al regista di mettere un filtro rosso agli obiettivi per rendere più intensi i contrasti), già collaboratore di Bogdanovich in “Ma papà ti manda sola” e direttore della fotografia per   “Easy Rider” e “Cinque pezzi facili”,  il film è ambientato nell'America della Grande Depressione ed è  una  garbata commedia che presenta due "fuori posto",  una  ragazzina ed un (forse) padre  gaglioffo e non particolarmente furbo, in viaggio  attraverso l'America rurale tra vagabondi, truffatori e poliziotti corrotti, che cercano di sopravvivere con piccoli inganni.
Il film si concentra prima di tutto sul rapporto che si crea tra i due protagonisti, inizialmente compagni di viaggio controvoglia che nel corso del loro viaggio si legano sempre più  l'uno all'altro, ripercorrendo il modello di  un rapporto conflittuale simile a quello di molte coppie della screwball comedy americana. 
Ma avendo ora come controparte una ragazzina, il ritratto che Bogdanovich  restituisce è  delicato, movimentato da un vena  brillante,  ma al contempo commovente senza essere sdolcinato. Per la protagonista Addie questo è un viaggio di formazione, la scoperta dell'America e di un modo di essere americani,  una ricerca del proprio posto nel mondo, ma in questo quadro Bogdanovich  rimanda per contrasto al modello cinematografico di bambina che dominava nell'epoca in cui è ambientato film, rappresentato da Shirley Temple.
Il film è anche infatti un atto d'amore per il cinema classico da parte di uomo di cinema a tutto tondo, che è stato regista, sceneggiatore e teorico, ed è  proprio per questo ricco di rimandi ed atmosfere che vanno da John Ford a Howard Howks.  Si  connota  pero'  anche come una riflessione sulla cultura americana di quegli anni, rifacendosi sì a tratti  e stilemi del cinema degli anni '30, ma non in maniera nostalgica, bensì come una approfondita modalità di conoscenza di quel periodo, conoscenza, per cosi dire,  di secondo livello. 
Il film fu accolto con notevole successo, tanto che ne venne anche tratta una serie TV che pero' non rispecchio' le attese e venne ben presto sospesa.


Monica Dal Bò
Gruppo Cinema Arsenale Rosebud 

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