sabato 24 ottobre 2009

Giovani sguardi sul presente


Il progetto, innescatosi dall’iniziativa di un gruppo all’interno del corso di Progettazione Partecipata tenuto dal formatore Gerardo de Luzenberger, socio fondatore della Scuola Superiore di Facilitazione, si propone di riunire, su degli obiettivi comuni, varie associazioni superando così particolarismi che possono condurre ad un’azione e ad un’offerta di iniziative spesso frammentate e poco coordinate. Quaranta erano le persone presenti al corso provenienti da associazioni iscritte al Coordinamento e non, insegnanti, studenti, formatori. Comune la riflessione sui limiti di un volontariato che non riesce a “far rete” .

La possibilità di un lavoro di rete tra le associazioni locali in vista di un progetto concreto condiviso ha molto motivato i partecipanti.

Alcuni dei problemi comuni condivisi nel corso sono stati la difficoltà di coinvolgere i giovani nel volontariato, la carenza di punti di riferimento, la crisi dei concetti di impegno e partecipazione.

Da qui l’idea di offrire non solo ai giovani, ma alla cittadinanza, delle occasioni di interrogarsi sulla realtà in cui viviamo, di proporre risposte positive con spazi di espressione,di creatività negli ambiti più diversi, di offrire delle occasioni di interrogarsi sulla realtà che ci circonda, di stabilire dialoghi e confronti.

Saper “stare” e agire su un contesto territoriale, come organizzazione di volontariato, significa in primis saperlo leggere e comprendere. La lettura del territorio è un terreno comune su cui le varie associazioni possono confrontarsi proficuamente. Creando uno stesso contesto di riferimento, si possono valorizzare i i rispettivi punti di vista e le letture che ciascuno fa da angolature differenti e si attivano così le premesse per intraprendere un positivo percorso di collaborazione in cui ciascuno sente che la propria voce è accolta e ascoltata..

Il progetto è costruito su diversi moduli ed è stato realizzato creando dei momenti di raccordo e condivisione/coordinamento tra i vari gruppi in modo da non perdere di vista il filo comune delle attività.

I temi – chiave individuati, su cui si fonda il percorso, sono : l’”altro”, l’ “omologazione”, “l’individualismo” che saranno affrontati utilizzandolo sguardo del cinema e della letteratura. A questo si associa il tema dei “diritti” a una anno dal sessantesimo della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: un breve percorso di formazione e riflessione sulla Costituzione Repubblicana rivolto alla cittadinanza in generale e alla formazione dei giovani. L’acquisizione dei contenuti della Carta Costituzionale da parte dei cittadini costituisce una sicura priorità all’interno della comunità democratica, ponendo essi le garanzie fondamentali a presidio dei diritti e delle libertà dei cittadini stessi da un lato, e costituendo i principi primi a fondamento delle istituzioni repubblicane, dall’altro.

In conclusione si è avvertita anche la necessità di inserire delle azioni di monitoraggio sul territorio, una ricerca che avrà come protagonisti i ragazzi perché possano conoscere più da vicino e direttamente la realtà locale, mettendo in evidenza i fenomeni di inclusione ed esclusione sociale.

giovedì 22 ottobre 2009

Partecipazioni - L’Europa verso il suicidio?


Il Movimento Federalista Europeo e Veneto Liberale,
in collaborazione con il Comune, l’Assessorato alla Politiche Giovanili, la Biblioteca comunale e l’Informagiovani di Castelfranco e le Associazioni Novi Cives, Porte Aperte e Buenaventura sono liete di invitarLa alla presentazione dell’ultimo libro di Giulio Ercolessi che si terrà sabato 31 ottobre alle 16:45 presso la sala “P. Giudolin” della Biblioteca comunale di Castelfranco Veneto

L’Europa verso il suicidio?
di Giulio Ercolessi

L’Europa, come continente, come attore nel mondo e come unione politica, secondo l’autore è destinata al suicidio se non si porrà seriamente il problema di rispondere, modificando le proprie strutture nel senso di una maggiore integrazione, alle sfide del mondo di oggi: la crisi economica, la disoccupazione, l’ambiente, la globalizzazione ed il rapporto con le economie emergenti.

Sabato 31 Ottobre 2009 — ore 16:45
Sala “P. Guidolin” Biblioteca Comunale di Castelfranco Veneto
Incontro con Giulio Ercolessi, autore di “L’Europa verso il suicidio?” (edizioni Dedalo).

Giulio Ercolessi è nato a Trieste nel 1953. Ha iniziato la sua attività pubblica negli anni intorno al 1968 in ambito studentesco, su posizioni critiche dell’assemblearismo sessantottesco, criticando sia i miti studenteschi della“democrazia diretta” sostanzialmente subalterna alla cultura comunista, sia i contrapposti richiami all’ordine di tradizionalisti, neofascisti e clericali. Dopo un iniziale impegno politico nelle organizzazioni giovanili del Partito Liberale Italiano e del Movimento Federalista Europeo, ha fatto parte del Partito radicale dal 1971 del quale è stato segretario nazionale nel 1973-74 impegnandosi per ricomporre l’area liberalradicale, laica e socialista del sistema politico italiano. In quegli anni sono numerose le sue pubblicazioni in “Notizie radicali”, “La prova radicale”,“Argomenti radicali” e“Quaderni radicali”, nel quotidiano di Trieste“Il Piccolo”, e le nelle riviste“Il Mondo”,“Il Manifesto”,“Pace e guerra” e“Contatto”.

La cittadinanza è invitata

giovedì 1 ottobre 2009

Veneto in film - sopralluoghi



IL VENETO NEL CINEMA

Il territorio veneto, le trasformazioni fisiche che ne hanno decretato la forma attuale, come specchio delle dinamiche sociali, politiche, economiche, culturali, antropologiche, presenti e passate.

D’altra parte la capacità del cinema, unica tra le arti, di interpretare il tessuto sociale, di adagiarvisi come un velo che non ne modifica gli sviluppi, ma ne influenza la percezione, senza la pretesa di incidere in maniera significativa sulle dinamiche sociali, bensì di condizionarne la lettura. La possibilità che offre il cinema di riferirsi al passato, riproporlo, ricostruirlo e altresì di testimoniare o addirittura documentare il presente, attraverso l’inevitabile filtro di un linguaggio specifico, ma ben per questo necessariamente attuale, generando un corto circuito tra passato e presente, tra oggettività e finzione scenica, che non potrà mai essere rassicurante e consolatorio. Se poi la fruizione dell’opera cinematografica avviene a congrua distanza temporale dalla sua produzione, la dinamica della percezione si arricchisce, si stratifica e al momento della ricostruzione storica realizzato in un contemporaneo ormai passato si innesta la rilettura nel presente proponendo un continuo gioco di rimandi tra diversi passati e l’unico presente.

E quindi il ritorno al territorio veneto, esaltato, usato, trasformato, sfruttato, violato, evocato, vagheggiato. Per più di 2000 anni di storia la conquista del territorio è avvenuta adeguando l’intervento insediativo alla preesistenza, che fosse di origine naturale o umana, nel quadro di una generale politica di rispetto del territorio stesso che considerava quel sedime alla stregua di una necessaria, irrinunciabile opportunità. Già agli inizi del XX secolo, ma con una decisa linea di tendenza che si sviluppa nel secondo dopoguerra, si assiste al progressivo scollamento di qualunque pratica insediativa e edilizia dal dato concreto offerto dal territorio. Lo sviluppo si lega in una sorta di patto perverso a modelli astratti che trovano la propria legittimazione solamente in supposte ragioni di natura sociale, politica, consensuale. A più di 50 anni di distanza possiamo leggere la lungimiranza e la validità di questa impostazione valutando ciò che ci ritroviamo a gestire, alle possibilità che quelle che ormai sono preesistenze ci concedono di adeguamento alle esigenze di una realtà che muta sempre più velocemente. Qualcuno (Turri, Cervellati) ha parlato in termini di degrado del territorio veneto come specchio di un impoverimento culturale che è andato di pari passo con il progressivo mutamento delle condizioni lavorative, sociali, economiche della popolazione.

Il cinema, forse, è l’unica forma di linguaggio capace di porci di fronte a questo specchio.

Gruppo Cinema Arsenale Rosebud


Scarica la locandina

Partecipazioni - 1° Art. premio al maestro Giusto Pio

Giusto Pio è nato l'11 gennaio 1926 a Castelfranco Veneto dove vive tuttora. Ha ereditato dal padre la passione per la musica. A 13 anni comincia a studiare il violino a Venezia con Malipiero e Ferro. Dopo il diploma si sposa e si trasferisce a Milano. Ottiene importanti riconoscimenti nazionali ed internazionali ed entra nell’Orchestra della RAI di Milano come violino di Concertino, posto che gli permise di acquisire in un trentennio di collaborazioni con i migliori direttori ed esecutori del mondo, una vasta esperienza in campo sinfonico orchestrale ed operistico. In quegli anni svolse anche una intesa attività didattica e cameristica con i migliori complessi italiani, eseguendo un vasto repertorio musicale che attraversa i più svariati filoni storici arrivando alla musica contemporanea. Numerose sono state la registrazioni con le principali case discografiche del tempo ( Ricordi, Angelicum,Vox, Decca).
Alla fine degli anni 70 conobbe Franco Battiato a cui impartì lezioni di violino, poi per passione e per curiosità, iniziò con lui e con Juri Camisasca a tenere concerti di improvvisazioni nei locali milanesi.
“Fu mia figlia che mi convinse; perché conosceva la sua musica che girava tra i giovani. Franco veniva a studiare a casa mia e dopo poco tempo abbiamo scoperto che avevamo modi di pensare la musica abbastanza simili. Questo è il motivo che ci ha consentito di iniziare la nostra collaborazione”.
Nel 1978 collaborò come musicista all’album Juke Box di Battiato, che poi gli produsse il suo primo disco MOTORE IMMOBILE ( la cui copertina è rappresentata anche nella locandina di questa serata). In questo disco di musica sperimentale, pubblicato dalla Cramps di Gianni Sassi, suo carismatico fondatore e figura capace di sperimentare musica totale anche con gli AREA e JOHN CAGE, sperimentazioni rivoluzionarie dell’arte musicale, appare anche la voce di Battiato camuffata sotto il nome di Martin Kleist.
Inizia così con Battiato una collaborazione artistico-musicale tra le più prolifiche ed interessanti degli anni 80 e dei primi anni 90 in Italia; un sodalizio che lo porterà a nuovi traguardi sia nella musica d’avanguardia, che commerciale, riscotendo un grandissimo successo discografico.
Giusto Pio partecipò a tutti i dischi di Franco Battiato da L’ERA DEL CINGHIALE BIANCO del 79 a UMPROTECTED del 1994 a volte come coautore delle musiche, degli arrangiamenti, di violinista, di direttore d’orchestra, partecipando anche a numerosi tour di Battiato. La coppia di artisti scrisse in quegli anni anche le musiche e gli arrangiamenti per altri artisti come ALICE, GIUNI RUSSO, MILVA, GABER, OMBRETTA COLLI. Con Alice e la canzone PER ELISA vince il Festival di Sanremo nel 1981.
“ Non c’era un metodo particolare per la stesura di una brano; a volte le canzoni nascevano casualmente; una volta eravamo in macchina durante un tour; un’altra volta mi ricordai di una canzone del tempo di guerra ed eravamo a Poggibonsi…. Sono comunque il frutto di tanto lavoro, del massimo impegno, di idee chiare e precise.”
Dal 1982 ed il 1987 Giusto Pio compone tre album molto personali : Legione Straniera , Restoration, e Note anche qui con un notevole successo di vendite presso i giovani.
“ Direi che si fa molta più fatica a scrivere musica leggera, perché in pochi minuti devi dire tutto e farci stare dentro tutto.
Compreso quel ritornello ripetuto che deve piacere per colpire l’ascoltatore e conquistarlo. In una canzone tutto è composto e preparato per arrivare al ritornello, il punto mitico del brano”.
Diventa socio SIAE, partecipa a convegni, dibattiti, e per la sua esperienza diventa consulente della Emi, Poligram, Ricordi, Sony per la gestione dei complessi artistici e spettacoli culturali in genere.
Nel 1998 incise Alla corte di Nefertiti con il quale passa ad un genere musicale molto diverso dai precedenti. Si accostò alla ricerca sonora ed elettronica, alle musiche per il teatro, per film, e commenti musicali interattivi con la pittura, la scultura e la poesia.
Le ultime realizzazioni musicali avanguardistiche sono UTOPIE (1990), MISSA POPULI (1995) dedicata a S.S.Giovanni Paolo II; A.D.A.M. UBI ES, LE VIE DELL’ORO (2000), e l’imponente TRITTICO MUSICALE : ISAIA 6,9-10, BEATITUDINI, e VISIONE ( 2005)
“La musica di adesso la seguo pochissimo. Mi piace sperimentare suoni, e lasciarli interpretare in un modo o nell’altro, i suoni hanno una vastità enorme di significati e chiunque li può ascoltare alla propria maniera. Mi piace così.
Dei vecchi tempi, mi piace sapere che tante delle nostre canzoni sono state per molte persone come “ colonne sonore” della loro vita.”

LE MOTIVAZIONI DEL 1° ART PREMIO

COME POSSIAMO DEFINIRE LA MUSICA DI GIUSTO PIO ?

Le arti tradizionali o le arti evolute attraverso canoni tradizionali sono la constatazione creativa del processo della creazione. Nessun musicista conosce però i legami che esistono fra determinate frequenze chiamate “perfette” e le espressioni delle forze operanti in natura….
Quando un musicista si pone da tramite per elaborare un lavoro d’artigianato che è la musica finita, in lui agiscono le stesse forze che determinano il mondo manifestato….
Il suono modale è la forza viva che permette alle infinite componenti il corpo umano, identico all’universo, di immettere un sentimento corrispondente alla frequenza intuita dal musicista.
Esistono modi sonori che, rappresentando frequenze perfette influenti sull’equilibrio dell’ Uomo e degli universi, ricreano l’essenza di emozioni che sono diretta espressione dell’esistenza di una energia manifestante il piano emotivo dell’individuo. ….
Risalire, per mezzo del suono, alla comprensione di questi fenomeni, significa ricomporre i moti della creazione.

Giusto PIO: un musicista stimolatore di proposte musicali inconsuete, un compositore concettuale, sperimentatore d’avanguardia.

Un cittadino che onora la Città di Castelfranco Veneto.

Il 1° ART PREMIO viene consegnato a Giusto Pio dal Presidente ARCA CNA
Ildo Pettenon e dal Sindaco del Comune di Castelfranco Veneto Maria Gomierato.