mercoledì 18 novembre 2009

La donna del fiume

Regia: Mario Soldati

Italia, 1955
Interpreti principali: Sofia Loren, Lise Bourdi, Gerard Oury.
Soggetto: E. Flaiano e A. Moravia. Sceneggiatura: M. Soldati, G. Bassani, P.P. Pasolini e F. Vancini.
Genere: drammatico

Non è certo una delle prove migliori o più interessanti di Soldati, personaggio eclettico che ha cominciato a lavorare nel cinema più per necessità che per passione; comunque l’elemento che risalta, oltre a una prosperosissima, (come una polena), Sofia Loren, è il paesaggio del Polesine, all’incrocio tra le province di Ferrara e Rovigo. Luoghi carissimi al regista anche perché nello stesso periodo aveva cominciato a produrre una serie televisiva intitolata “Viaggio nella valle del Po” (1955-56).
Afferma M. Soldati: “La donna del fiume ? Non me ne parlate, quando incontrai Ponti mi disse: Voglio il film con Sofia Loren, ci dovete mettere la motocicletta, ci dovete mettere il ballo, ci dovete mettere il bambino che muore, tutto deve finire male, anzi deve finire bene, lei deve essere madre, lei deve essere attrice, lei deve andare in bicicletta, lei deve…” Anche questo film è frutto di gravissimi e pesantissimi compromessi, di vero, di vivo non c’era che il paesaggio, l’ambiente e credo che questo risulti anche nel film. Io sono stato chiamato solo all’ultimo momento, come uno dei tanti ingredienti che Ponti voleva mettere per lanciare la Loren”.
“La donna del fiume, nacque da alcuni miei documentari e fui coinvolto in questa operazione proprio per questo. Ricordo che spesso Soldati, mentre facevamo dei sopralluoghi, mi chiedeva dove avevo girato una determinata scena e io ce lo conducevo perché lui era deciso ad ambientare in quel posto una particolare sequenza….se uno legge l’elenco dei collaboratori resta sbalordito, perché il soggetto originale era di Moravia e Flaiano, la sceneggiatura di Bassani, Pasolini, Basilio Franchina, me e un altro che ora non ricordo, la regia di Soldati. Insomma una rosa di nomi eccezionale. La collaborazione fu molto piacevole. Ero emozionantissimo, perché quello era il mio primo contatto con il mondo del cinema industriale, con il grande produttore, con il grosso regista.” (Florestano Vancini).

Trama: comunque il racconto di taglio popolare è ben costruito. E come in altri film ambientati in… zona, s’affida a una commistione geografica, tra le due province di Rovigo e Ferrara.
Nives, prosperosa e fiera ragazza lavora alla marinatura delle anguille nelle valli di Comacchio. Viene sedotta da Gino, sorvegliante e contrabbandiere, che la respinge nonostante sappia che la ragazza aspetta un figlio suo. Lei lo denuncia, e va a tagliar canne nel Polesine. Il bimbo nato nel frattempo, annega. Durante il funerale del bimbo, il seduttore si costituisce e chiede a Nives, umilmente, di attenderlo.

Gruppo Cinema Arsenale Rosebud
Paul Zilio

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