mercoledì 27 gennaio 2010

Nostos

Nostos
Regia: Franco Piavoli
It, 1989, durata 85 min, colore
Interpreti: Luigi Mezzanotte, Franca De Carmago, Alex Carozzo, Giuseppe Marcoli

Nostos (νόστος), dal greco, significa “ritorno”. Il più famoso e il più celebrato dai canti degli aedi è quello di Odisseo verso Itaca, durato 10 anni dopo la guerra di Troia. E proprio all’Odissea si ispira il film di Piavoli che ritrae, in modo totalmente trasfigurato, i viaggi per mare e i sopralluoghi in terre straniere dell’eroe. Gli episodi ripresi nel film sono nell’ordine: l’incontro con la maga Circe a Eéa, la discesa agli Inferi, Calipso a Ogigia, l’arrivo nell’isola dei Feaci, e il ritorno dall’amata Penelope.
Il film è pressoché privo di dialoghi se si escludono le poche parole in greco antico pronunciate dal protagonista (l’unica distinguibile è la parola mater - μήτηρ / μάτηρ).

Multiforme (πολύτροπος). Così è designato Odisseo nell’incipit del proemio dell’Odissea. Altri traducono, forse più coerentemente, “che molto viaggiò”. Comunque la figura dell’eroe, che già compariva nel precedente poema omerico, l’Iliade, ha avuto una fortuna storico/letteraria per cui l’aggettivo “multiforme” sembra appropriato: da “simbolo eroico dello slancio prometeico verso l’ignoto” in Dante (Inf. XXVI, 49 – 142) a pioniere di una nuova esperienza letteraria nell’Ulisses di Joyce. Comune denominatore: l’apertura al mistero e all’ignoto.
In Nostos F. Piavoli offre una nuova interpretazione del mito, ruotando attorno a una delle idee originarie dell’Odissea: il continuo muoversi in avanti per il desiderio di tornare indietro. Indietro verso la patria, Itaca. Indietro verso l’archè (l’origine del tutto) vagheggiato dai filosofi presocratici, che di volta in volta lo hanno voluto riconoscere in uno o nell’altro degli elementi naturali. Come negli altri suoi film, anche qui la natura è protagonista, sia nelle immagini che nei suoni. L’elemento principale è l’acqua con i suoi molteplici umori. L’acqua che connette le terre emerse ed è il luogo del viaggio. Dall’acqua riemergono alla memoria di Odisseo, in una delle scene iniziali, i corpi degli uomini da lui uccisi. L’acqua è infine il liquido della vita, il liquido amniotico.
Ci sono infatti almeno altre due direzioni nel viaggio dell’Odisseo di Piavoli. Il viaggio nel tempo della memoria: l’eroe rivive in flashback la distruzione di Troia, avvenuta grazie al suo ingegno; sente le grida di dolore delle donne troiane, trasfigurate nei versi dei gabbiani; risale nei ricordi ad un episodio di infanzia.
Ed infine il viaggio verso l’origine della vita biologica. L’isola di Circe, Eéa, è allora con le sue grotte magiche e oscure un simbolo del ventre materno. Ogigia dalla natura rigogliosa rappresenta un Eden di fertilità e giovane sessualità. Itaca è il porto in cui riposare nella maturità e nella vecchiaia, destinato a chi ha saputa resistere alla lusinghiera offerta dell’immortalità. Ancora più esplicita è la bellissima scena in cui Odisseo (piccolo spermatozoo) nuota dentro la luna (ovulo).
I tempi si chiudono uno nell’altro concentrici, la conchiglia aperta da Circe si ricompone nella scoperta, come negli altri film di Piavoli, dell’eterno e congiunto ciclo della natura e della storia dell’uomo.

Gruppo Cinema Arsenale Rosebud
Andrea Taccari

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