Furore (The Grapes of Wrath)
Regia: John Ford
USA, 1940, durata 129
min., b/n
Interpreti: Henry
Fonda, John Carradine, Jane Darwell, Russel Simpson, John Qualen, Ward Bond,
Grant Mitchell, Charley Grapewin, Doris Bowdon, Frank Sully.
Uscito di prigione, Tom Joad (Fonda) scopre
che la che la terra si è inaridita e la fattoria della sua famiglia è stata
espropriata dalle banche. Insieme alla famiglia parte per la California in cerca di fortuna.
«Se i film immediatamente precedenti avevano
mostrato il grado di maturità dell’arte fordiana, sia come padronanza tecnica
che come pienezza di sentimento, Furore ne
segnò il compimento. Partendo dal libro di Steinbeck la sceneggiatura di
Nunnally Johnson descriveva, con forza e senza falsi pudori, la lenta distruzione
di una famiglia contadina che, dopo essere stata sfrattata dalla sua terra
nella dust bowl in Oklahoma, per
sopravvivere si spinge ad Ovest in cerca di lavoro. Anche se l’adattamento
aveva un tono più liberal-riformista che radicale, il film raccontava questa
vicenda con un’onestà del tutto eccezionale per un film hollywoodiano. Il tono
realistico era perfettamente asservito dalla fotografia di Gregg Toland.
Potente e austera (senza mai essere raffinata), era caratterizzata da una
sottile sobrietà di tono e da una costante grandezza compositiva che
esprimevano perfettamente la concezione eroica di Ford. Poiché proprio lo stile
epico con cui Ford sviluppò il racconto, e la sua appassionata, caustica,
tenera umanità, conferiscono al film la sua vera grandezza. Si tratta di
un’opera monumentale, in cui tuttavia non vanno mai perduti i piccoli, ma
infinitamente importanti aspetti della sofferenza e della speranza. Tutti i
personaggi hanno il rilievo della vita reale; e, in primo piano, il Tom Joad di
Henry Fonda, la Ma’ di Jane Darwell e il Casey di John Carradine
impersonano, ciascuno a suo modo, la disperata e contraddittoria ricerca di
giustizia sociale e solidarietà da parte dell’uomo». (tratto da Lindsay Anderson, John Ford, Ubulibri, Milano, 1985)
Gruppo Cinema Arsenale Rosebud
Renato Carlassara
Nessun commento:
Posta un commento