lunedì 20 maggio 2013

giovedì 23 maggio - MARGIN CALL



MARGIN CALL

Regia: Jeffrey. C. Chandor
Usa, 2011, colore
Durata: 107’
Cast: Kevin Spacey, Paul Bettany, Stanley Tucci, Jeremy Irons, Demi Moore, Zachary Quinto, Simon Baker, Penn Badgley

Le 24 ore che sconvolsero e sconvolgono il mondo, vissute attraverso le vicende di un colosso finanziario americano. Alcuni esperti (analisti dei rischi vengono chiamati, non a caso) si accorgono dei pericoli legati all’immissione nel mercato dei cosiddetti “titoli tossici” ed avvertono i vertici dell’azienda. Durante una nottata di travagliata veglia, dovranno decidere se far fallire l’economia mondiale o se stessi. Sappiamo com’è andata.

Nessuna allusione, implicazione, allegoria in questo primo lungometraggio di J. C. Chandor. In Margin Call, prende forma una poderosa e puntigliosa ricostruzione dei meccanismi perversi che regolano il folle mercato dei titoli azionari e le dinamiche scellerate dell’alta finanza. Tutto torna, in quest’opera velenosa come i suoi personaggi (su tutti quello interpretato da Irons, John Tuld, il cui cognome riecheggia quello di Fuld, amministratore delegato di Lehman Brothers): innanzitutto, l’unità di tempo e luogo, che scandisce la brevità e la velocità con cui il sistema finanziario globale può crollare a causa della propria costitutiva inconsistenza; in secondo luogo, i meccanismi gerarchici che pongono ai vertici del potere economico mondiale degli strateghi del mercato, che non capiscono letteralmente nulla di tattica (cioè di numeri ed economia) e dei tattici (esperti informatici, matematici, analisti finanziari), che non hanno accesso alla visione panoramica e complessiva dei loro capi; ed infine, soprattutto, la distanza siderale che separa il mondo reale, concreto, fatto di uomini, popoli, nazioni, continenti in ginocchio e quello astratto, opaco, spietato del denaro virtuale. Il grattacielo dove è ambientata la vicenda è il teatro degli orrori, segreto ai più, nel quale si muovono freneticamente e vanamente, come topi da laboratorio, degli esseri bizzarri, alieni, che lucidamente delirano, discettano del nulla, del vuoto. Un vuoto che si riverbera all’esterno per diventare il tempo che ci attende. C’erano una volta l’uomo e il suo mondo…
Gian Giacomo Petrone
Gruppo Cinema Arsenale Rosebud

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